Da settembre di quest’anno, sono arrivati sul mercato italiano i primi ETF obbligazionari a scadenza, i cosiddetti IBONDS. Si tratta di una vera rivoluzione per questa asset class, in grado di avere una scadenza ben precisa e, soprattutto, un alto grado di diversificazione del rischio emittente. Sono negoziati in tempo reale come una singola obbligazione, hanno dunque una scadenza prefissata e possono anche staccare una cedola.

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Foto di Daina Krumins da Pixabay

Un’opzione è ciò che ci rende antifragili e ci permette di beneficiare del lato positivo dell’incertezza.Nassim Nicholas Taleb

Penso che il 2020 abbia permesso a tutti di conoscersi meglio, anche da un punto di vista degli investimenti.

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Foto di Clker-Free-Vector-Images da Pixabay

“Il semplice atto di prestare attenzione può dare a lungo grandi vantaggi”. Keanu Reeves.

Iniziano ad arrivare alcuni segnali di allarme per il mondo obbligazionario, da non sottovalutare.

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Foto di Steve Bidmead da Pixabay

La regola d’oro è che non ci sono regole d’oro.

(George Bernard Shaw)

Indubbiamente stiamo vivendo un anno molto singolare anche sul fronte degli investimenti.

Anche l’oro sta ritornando con forza sulla bocca di tutta la comunità finanziaria come bene “rifugio”, in un periodo caratterizzato da grande incertezza, dovuta alla pandemia, e dall’inondazione mondiale di liquidità da parte delle banche centrali.

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Una tipologia di asset che non dovrebbe mancare in un portafoglio d’investimento per il lungo periodo è quella delle obbligazioni indicizzate all’inflazione.

Anche l’asset allocation di Investire Sereni contempla al suo interno questa tipologia di asset.

Le obbligazioni indicizzate all’inflazione non sono altro che obbligazioni le cui cedole sono legate all’andamento dell’inflazione che, come abbiamo già avuto modo di dire in un precedente post, rappresenta il nostro principale nemico da battere (l’inflazione viene stabilita da appositi indici; ad esempio negli USA l’indice considerato è il CPI ovvero il Consumer Price Index).

Il flusso cedolare viene periodicamente “aggiustato” per garantire che il possessore dell’obbligazione riceva una cedola variabile in base all’andamento dell’inflazione e dunque abbia un valore che in qualche modo protegga il suo potere d’acquisto

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