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“Le opportunità arrivano raramente. Quando piove oro, metti fuori un secchio, non un ditale!” Warren Buffett.

Una delle caratteristiche che presentano i mercati azionari è quella di subire dei drawdown ovvero di essere soggetti a perdite parziali (discese dai valori di massimo relativo o assoluti raggiunti), che però nel tempo vengono assorbite.

Capire e riuscire a riconoscere queste correzioni dei mercati può aiutare a mantenere il proprio piano d’investimento, ma, soprattutto, può servire a cogliere le numerose opportunità che possono presentarsi.

I cali non devono spaventare, ma devono essere visti come un’opportunità.

Si pensi, ad esempio, a quello che è accaduto nello scorso marzo 2020; chi ha investito sui mercati azionari durante questo mese, anche attraverso i potenti PAC (Piani di Accumulo) automatici, ha visto il suo capitale investito accrescersi di oltre il 50% in meno di un anno.

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Se le singole aziende possono crollare fino ad azzerare il loro valore, l’economia e i mercati nel loro insieme non lo fanno ed anzi crescono nel tempo.

Analizzando i dati storici, prendendo come riferimento ad esempio lo S&P 500 dal 1928 al 2020, possiamo vedere come i cali annuali, soprattutto quelli di lieve entità, siano stati molto frequenti.

Vediamo ad esempio come un calo compreso tra il 30 ed il 40%, come quello verificatosi durante il 2020, non sia molto frequente (addirittura è capitato in media ogni 9-15 anni).

Cali annuali del 50% sono poi accaduti soltanto nel 2% degli anni analizzati.

Si vede, inoltre, che un calo del 5% è praticamente quasi certo sui mercati, quindi non deve affatto spaventare.

Per cali più consistenti, come ad esempio del 20%, in genere si è dovuto aspettare 4 anni (in media).

La prossima volta che succederà (non si discute sul “se” ma di “quando”) di avere, ad esempio, un calo come quello verificatosi nel 2020, non abbiate paura di usare i secchi anziché i bicchieri per raccogliere l’”acqua”, poichè la “pioggia” finirà presto!

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